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Estate

Sul momento non ce ne accorgevamo: era il tempo trascorso vicini, giorno dopo giorno, a renderci felici. L'estate non era altro che l'occasione per stare insieme a lungo. Durante l'anno scolastico ci incontravamo la sera e il fine settimana. Momenti che duravano poco e che terminavano con l'ennesima divisione, il lunedì mattina.  Abbiamo sempre scambiato la felicità essenziale, dello stare insieme l'estate, con quella della circostanza occasionale. Per esempio, quella di andare a raccogliere le more o l'uva fragola oppure quella di pescare di fronte allo scoglio.  Agli occhi di un bambino, queste avventure erano magiche, sensazionali, addirittura sovrumane. Tornavo a casa ancora pieno di adrenalina, con i muscoli tonici e senza appetito.  Ancora oggi, ogni estate desidero ritrovare quel mondo mitico. Cercando inconsciamente posti che assomiglino a quelli vissuti da ragazzino. In questi luoghi, che vorrei fossero gli stessi - "quelli di una volta", come

Senza salutare nessuno

Si è svegliato ed è andato a sedersi  di fronte alla sua ciotola di latte. Senza salutare nessuno. Il bambino ha guardato la tazza  a lungo prima di bere un sorso. Tutt'intorno voci   che pretendono di essere ascoltate. Altre voci che negano e che vogliono  anche loro il proprio spazio. Tutto lo spazio. Voci e ancora voci di un egoismo scontato. Che non è quello di chi  tiene soltanto a se stesso, ma di chi è convinto di non avere avuto. E ora vuole, vuole solo per sé: una compensazione, una rivalsa, una dimostrazione. E in mezzo quel silenzio. E quella domanda altrettanto scontata  che in cucina precipita come un fulmine:  "Perché non saluti, la mattina?".   (2013)

Il colore giallo

Se i colori fossero tutti gialli come dici tu sarebbe giallo il verde lo sarebbe il rosso e anche il blu. Se il mondo fosse tutto giallo perfino gli alberi e il mare  e le montagne sotto la neve avrebbero questo colore. Anche la notte più nera sarebbe gialla. E il sole più giallo  luminoso e talmente caldo che i vestiti gialli  si asciugherebbero  in un momento. I tuoi capelli gialli che brillano sempre appena c'è un po' di vento sarebbero gialli  anche con la luce spenta quando ti addormenti.   (2013)

La bicicletta

Garçon à vélo ©Jean-Philippe Charbonnier L'uomo inventò la ruota. Il bambino, il segreto di andare in bicicletta. Il papà lo ha accompagnato, tenendolo per il sellino. E poi, d'accordo con lui, l'ha lasciato, prima per pochi metri, dopo per tutto il viale. L'andatura non è rettilinea e il manubrio trema. La schiena è ancora curva, adesso come allora, quando l'uomo inventò la ruota.   (2013)

Quando il leoncino mangia

La colpa è nostra, non loro. L'essere umano ha bisogno di spiegazioni verbali, dettagli, nonché la sicurezza del tempo che occorre a risolvere il problema. L'assenza di tali elementi ci fa preoccupare: l'incertezza di capire chi non sa ancora esprimersi bene a parole e quella che deriva da una brutta situazione che, ti sembra, non evolva mai verso il meglio. E poi, improvvisamente, tutto finisce e torniamo alla normalità, il bambino piccolo è guarito e sta bene. Ripenso a questa scena, ricorrente e più che mai visiva, per quanto mi riguarda: "Quando il leoncino mangia / la leonessa ringiovanisce", e mi tornano in mente tante situazioni nelle quali il pericolo quasi non ci travolgeva. Quanti sospiri per una vita che, non dimentichiamolo, è sempre appesa a un filo. E quante spiegazioni, e parole, e piccole soluzioni momentanee, di cui abbiamo necessità ma che servono soltanto a distrarci e a farcelo dimenticare. Adesso ho solo voglia di un bicchiere d'acqua, com

Il disegno sul vetro appannato

E' trascorso quasi un anno da quando abitiamo più vicino al lavoro. Ed è dal giorno in cui ci siamo trasferiti che torniamo sempre nella vecchia casa, nei fine settimana. Ritroviamo non solo un luogo o delle abitudini o degli oggetti, come vestiti, giocattoli, libri. Ogni volta incontriamo, invece, soprattutto la nostra storia, anche la più recente. Una casa, specie quella dove sono nati dei figli, non è un posto qualsiasi, ed è difficile sbarazzarsene, cancellarla dalla memoria oppure venderla. Ci sono i tuoi ricordi, lì dentro, e i ricordi sono il collante con il nostro passato.  Leggere un libro con i bambini prima di addormentarci, cucinare insieme, passeggiare su strade che in passato abbiamo calpestato decine di volte: il ritorno a queste consuetudini non è piacevole soltanto per il bel racconto narrato o la buona riuscita della ricetta o il panorama, bello come un tempo, che ci circonda mentre camminiamo.  La bellezza di cui parlo è fatta della stessa sostanza del disegno su

A mio figlio

Abbi fiducia nella vita e non nelle ideologie; non ascoltare i missionari di quest’illusione o quell’altra. Ricorda che c’è una sola cosa affermativa, l’invenzione; il sistema invece è caratteristico della mancanza d’immaginazione. Ricorda che tutto accade a caso e che niente dura, il che non ti vieta di fare un disegno sul vetro appannato, né di cantare qualche nota semplice quando sei contento; può darsi che sia un bel disegno, che la canzone sia bella: ma questo non ha certo importanza, basta che piacciano a te. Un giorno morrai; non fa niente, poiché saranno gli altri ad accorgersene. Juan Rodolfo Wilcock, Luoghi Comuni , 1961

E' un albero di foglie d'argento la giovinezza

Una giornata in campagna. Un albero di foglie d'argento che brilla nel vento. Gente che chiacchiera, parole già udite, frasi monotone. L'umana pretesa di sentenziare, di inquadrare la realtà, e anche di farsi una ragione. Bisogna pur riempire il silenzio, dare un senso soggettivo alle cose e, soprattutto, tornare a casa appagati, con l'arrogante sensazione di essere i detentori di una verità che adesso gode anche del consenso degli altri. Il riconoscimento, nient'altro che questo, desideriamo dal prossimo. I bambini hanno corso per ore, sudati a causa del sole, raffreddati dall'aria ancora fresca, graffiati sulle braccia, sulle ginocchia, sulle guance, dopo essere caduti in terra decine di volte. Hanno attraversato un mondo fatto di prato e scoperto insetti nuovi, toccato piante mai viste prima e osservato nuvole capaci di viaggiare il cielo da una parte all'altra senza mutare mai di forma, intatte dall'inizio alla fine del loro percorso. Quello che ho visto

La partita

Tira, fa canestro e si volta di scatto. Trova i miei occhi che aspettano i suoi. E con lo sguardo dice Papà, ho fatto centro. Visto che bravo? Mi hai visto?   (2013)

I bambini quando chiedono

Facciamo spesso delle distinzioni categoriche. Contrapposizioni nette, senza se e senza ma, che sono molto ideali e poco reali. E che, di conseguenza, hanno a che vedere più con un bisogno mentale di categorizzare, una necessità di fare ordine per vivere in pace, che con la vita pratica. Che fortunatamente, invece, è fatta di sfumature e di colori, quasi mai soltanto di bianchi e neri, di destre e sinistre, uomini e donne, bene e male, in breve, di opposizioni dalle configurazioni e dai confini invalicabili. Insomma, la vita è caotica, è un continuo e sano rimescolamento di tutto, di valori, pensieri, opinioni e posizioni. Ma per vederci chiaro, in tutto questo caos, dobbiamo decidere da che parte stare, dobbiamo inquadrare il mondo (che è tondo), costruire binari e metterci in viaggio. La meta? Ce n'è sempre una, ma sono le tappe intermedie, quelle che non prendiamo in considerazione: quanti sorrisi, vicini e non visti, per guardare verso un orizzonte evanescente.  Sto parlando d