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Ho appena venduto la mia vecchia macchina

Ho appena venduto la mia macchina perché ne devo comprare una più grande, me ne serve una con un bagagliaio possibilmente infinito, chissà se la troverò mai. Aveva sette anni, questa mia 'vecchia' macchina, tanti quanto l'età del mio primogenito. I soldi che ne ho ricavato ammontano a meno di un terzo di quanto l'avevo pagata. La svalutazione, si sa. Eppure, questa macchina l'avevo tenuta bene, aveva fatto i tagliandi annuali, aveva appena cambiato gli pneumatici. Insomma, mi sembrava ancora nuova e non credevo che in soli sette anni fosse invecchiata così tanto. La durata delle cose, il tempo e la sua percezione sono tutte cose relative. E la verità è che non mi importa affatto della mia vecchia macchina e non sono, se è per questo, nemmeno un consumista consumato. Mi importa molto di più delle persone che delle cose. Ma ho iniziato questo post, parlando della mia ormai ex macchina, perché a volte il destino delle cose assomiglia in modo incredibile a quello degli

E loro in cambio prendono te?

Mentre torniamo a casa dopo la scuola, il bambino piccolo mi chiede perché mai io vada tutti i giorni al lavoro. Gli rispondo, senza troppi giri di parole e senza dirgli altre ragioni da quella principale, la più terra terra e anche la più vera, che "ci vado perché in cambio mi danno dei soldi".  Pausa brevissima e lui, il figlio di tre anni e quattro mesi, mi domanda testualmente: "E loro in cambio prendono te?". Il che non è esattamente vero. Anzi, a pensarci bene, in gran parte lo è. Ma mi limito lo stesso a precisare che "in cambio prendono un po' del mio tempo: la mattina e un pezzo del pomeriggio". Passa oltre e mi dice: "Con i soldi che ti hanno dato, mi compri i camaleonti fosforescenti in edicola?". "Te li compro quando arriviamo, dal giornalaio sotto casa", i camaleonti, questi rettili che mutano colore, che cambiano le carte in tavola. Un po' come me, un po' come tutti coloro che chiamano le cose con un nome diver

Tra i fricchettoni cilentani

Dopo la Costiera siamo andati nel Cilento. Ho prenotato un agriturismo vicino a Camerota, ai piedi del monte Bulgheria, da utilizzare come base per visitare parte della Lucania, l'ultimo lembo della Campania al confine con la Basilicata. A parte la vista che si gode da qui e l'ossigeno che si respira, la struttura è molto semplice, senza fronzoli, e neanche senza i lussi normali a cui siamo abituati: l'acqua calda c'è ma arriva dopo dieci minuti da quando hai spalancato il rubinetto, è presente una perdita non meglio localizzata in bagno, non ci sono buste nei cestini, "per non produrre rifiuti superflui", mi è stato detto, anche se non ho capito bene questa spiegazione, e i saponi sono in corridoio, chi li vuole li prende e li usa... sempre "per non inquinare troppo". Ci sono cinque cani bianchi, due gatte, una nera e una grigia con la sua cucciolata di quattro gattini di un mese in una scatola di cartone che puzza di urina, una pecora, una capra, q

I Fitzgerald a Positano

Erano assidui frequentatori della Costa Azzurra, Francis Scott Fitzgerald e sua moglie Zelda, ma, quasi un secolo dopo, io li ho immaginati a Positano. Quante coppie di americani ho incrociato che se ne andavano a zonzo per i vicoli del paesino della Costiera. E quanti ne ho visti seduti nei ristoranti o nei bar, di fronte a una bottiglia di vino o a una tazza di caffè o di cappuccino...al termine di un pasto. A mangiare a tutte le ore, secondo il fuso del paese ospitante o ancora di quello dello stato da cui provengono. In forma smagliante o meglio, come dicono loro,  fit , oppure ciondolanti, fradici di alcol o drunk, se non addirittura pissed  a tal punto da non reggersi in piedi e dover prendere attentamente la mira per centrare uno scalino e non cadere nel vuoto. Ma sempre molto curati nell'abbigliamento, ben stirati, ben sbarbati e pettinati, gli uomini, ben truccate e ingioiellate le loro consorti. Parlano a bassa voce, non sono i caciaroni del Texas, ma verranno dal New Eng

Limoni come vecchie vedove

Abbiamo deciso di andare a Ravello per visitare il paese e per vedere Villa Cimbrone. Le previsioni meteorologiche non sono affatto buone, ma non piove ancora e così ci mettiamo in cammino attraverso la breve strada che da Atrani sale fino ad arrivare alla Terrazza dell’infinito. Un susseguirsi di tornanti, l’andatura della macchina è lenta e spesso dobbiamo fermarci per dare la precedenza alle vetture che procedono nel senso di marcia opposto al nostro, su stradine strettissime che si arrampicano in mezzo a terrazzamenti coltivati a limoni.  Fazzoletti di terra che terminano con muri in pietra e che si affacciano sul mare, al di sopra di altri terreni, a disegnare piramidi maya di terriccio e frutti, bruni e gialli, in un alternarsi continuo di piani ora verticali e ora orizzontali. I limoni si protendono verso l’azzurro da sponde rocciose che ne evitano il naufragio. Qui i muri non servono a dividere i terreni e a delimitare le proprietà, e nemmeno a portare, sopra di sé, altre strut

Perché guardi il mare?

Siamo partiti per la Costiera amalfitana. I bambini hanno guardato Topolino sul computer per tutto il viaggio, circa tre ore. Ci siamo fermati quando il piccolo ha detto che gli faceva male la pancia. È stato quasi all’arrivo, dopo la strada piena di curve che abbiamo fatto da Napoli verso Maiori. Ho parcheggiato poco prima di Tramonti, nel Parco dei Lattari, su un belvedere che dava sul Vesuvio. Ai suoi piedi si distendevano diversi paesi, fra i quali Pompei ed Ercolano.  Quando gli ho detto che la montagna che avevamo di fronte era un vulcano, il bambino grande mi ha chiesto se fosse pericoloso e se potesse eruttare. Gli ho risposto che “sì, potrebbe farlo, e infatti in passato, tantissimo tempo fa, ha eruttato, sorprendendo le persone che vivevano lì vicino, chi nel sonno, chi mentre lavorava, altri mentre giocavano”. Gli ho detto anche che la lava, dopo essersi raffreddata, ha trasformato in statue di pietra quelle stesse persone di cui ha fermato il tempo. Allo stesso modo si comp

Uovo di Pasqua

Lo so io e lo sanno in molti: fosse per me, non festeggerei né la Pasqua, né il Natale, né ogni altra festa comandata. Ma il mio personale disinteresse per le festività non conta nulla, dato che la maggior parte delle gente ama festeggiare questo tipo di avvenimenti, e fanno bene loro, che almeno si divertono. Per me potrebbero benissimo essere giornate come le altre, se non fosse per il fatto che, lo si voglia o meno, nell'aria è presente una certa atmosfera e le persone che hai intorno vogliono comunque fare qualcosa di speciale, e a volte di straordinario, e ti coinvolgono, in un modo o in un altro. In giorni come questi è sempre una corsa: a fare la spesa in supermercati strapieni, a prenotare ristoranti già al completo, a comprare regali per tutti, a telefonare a persone che non senti per gli altri trecentosessantaquattro giorni dell'anno. Per non parlare delle file in macchina, del traffico, a volte anche del caldo, che cominciano già nei giorni prefestivi.  Un'ansia

Marea umana

Chi mi conosce lo sa: come sempre, ogni riferimento a persone esistite, ed esistenti, e a fatti realmente accaduti è del tutto e puramente casuale. Quella che segue, infatti, è la storia di una marea umana, una fra le tante che ci circondano e con le quali abbiamo a che fare tutti i giorni. Ma prima di parlarne e di spiegarne i movimenti, mi è d'obbligo fare, e scusatemi se approfitto della vostra pazienza, una lunga premessa. Qualche tempo fa, un datore di lavoro ha avviato, senza che nessuno fra i suoi dipendenti potesse minimamente immaginarne la possibilità, una procedura di licenziamento per un quarto del personale della sua azienda. Nessun lavoratore avrebbe mai potuto aspettarsi, in quel momento preciso, un'iniziativa del genere, perché, quando questa è stata messa in atto, essi erano in procinto di organizzare un'opposizione al precedente taglio degli stipendi, poi ovviamente passato in secondo piano, vuoi mettere un decurtamento, seppur consistente, del salario con

Amore a chili: da genitori 'sociali' o 'biologici'?

La Consulta ha dichiarato incostituzionale il divieto di fecondazione eterologa. Vado a una conferenza stampa per ascoltare le opinioni di Stefano Rodotà sull'argomento. Secondo il quale la Corte Costituzionale non ha fatto "nessuna forzatura, semplicemente ha richiamato il valore della Costituzione in questa materia. Non si può sottoporre il rispetto della Carta alle negoziazioni legate alla sopravvivenza di una maggioranza politica”. Quest'ultima frase del giurista è la risposta alla dichiarazione del ministro della Salute Beatrice Lorezin che ha auspicato l’intervento del Parlamento sulla questione.  Una breve sintesi di quanto accaduto soltanto poche ore prima: la Corte Costituzionale ha definito illegittima la norma che vieta il ricorso a un donatore esterno di ovuli o spermatozoi nei casi di infertilità assoluta. Una sentenza attesa dalle coppie che in Italia si sono viste negare la possibilità di avere un figlio per mezzo della provetta, scegliendo in molti casi di

Bassa marea

Stamattina ho fatto una passeggiata in qualche modo lontana dalla realtà. Per riprendere un discorso appena detto e che riguardava le maree, il paesaggio stavolta era apparentemente fermo e sapeva infondere una pace insolita. In una giornata normalmente lavorativa, le persone nel parco erano poche e le poche che c’erano viaggiavano senza fretta e, mi pareva, senza una destinazione precisa, chi da sole, chi in compagnia di qualche altra persona o di un cane o dei propri pensieri, eventualmente espressi in silenzio, solamente a se stessi.  Gli alberi che incorniciavano il viale per il quale mi sono incamminato sembravano addirittura pendere sul terreno nel quale, al contrario, sono piantati. Sembravano creature che fossero state risparmiate, e che dunque potevano farne a meno, dalla forza di gravità: pur senza muoversi, né ondeggiare, la mia impressione è che galleggiassero sulla terra. Se è vero che la gravità sul nostro pianeta è un’elemento imprescindibile, a volte è sufficiente un’