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Frammenti d'estate

  Ci siamo stupiti quando delle persone che non conoscevamo ci hanno offerto i loro panini durante una passeggiata in un bosco. Ricordo le mani, intente a coprire bocche senza denti, quando sorridevano. Anche il vino fatto da loro ci hanno regalato, se ne avessero avuto dell'altro ci avrebbero dato anche quello. Avrei voluto ricambiare, non sono abituato a prendere senza a mia volta dare, ma non avevo nulla con me, se non la mia riconoscenza, il mio stupore e questa storia che immaginavo di raccontare. Mentre ce ne andavamo, ci siamo detti che sarebbe bello rincontrali fra un anno, come vecchi amici che si ritrovano per caso. Sapevamo il nome del posto, ma ugualmente siamo partiti senza conoscere dove stessimo andando, perché il nome la prima volta non dice nulla, mentre soltanto successivamente è capace di raccontare. Adesso che conosciamo anche il luogo, quando lo facciamo, finalmente sappiamo di che stiamo parlando: soltanto di un frammento, di una parte della nostra vita nella

L'albero delle fate

Se ne sta in mezzo al bosco, senza fare nulla, e questo è il suo unico merito, non ne ha altri.  Il pino bianco è alto 35 metri e largo 6, ed è soltanto per questo che è guardato come un miracolo vivente. Solamente perché è un'eccezione: gli altri alberi vicini e nati dopo sono infatti molto più piccoli di lui, che invece è semplicemente un miracolato, uno che quando gli stessi, che ora lo ammirano, hanno tagliato il bosco, se ne stava in disparte.  Uno che, senza cercare di fuggire, sfuggì all'attenzione di chi aveva distrutto tutto.  Gente distratta allora non meno di quanto è distratta oggi. È paradossale infatti stupirsi per ciò che è spontaneo e naturalmente bello, quasi pensassero che la bellezza possa dipendere esclusivamente dalla nostra opera. E invece, più spesso, la bellezza è ciò che si lascia al suo posto, crescere come vuole, nessuna interferenza e cambiamento imposto. Esattamente come una promessa rispettata, senza nemmeno essere mai stata pronunciata. Perché par

S., R. e il cane

Chi sono S. ed R.? Sono l'autore e la destinataria di quella che vorrebbe essere una promessa d'amore, fatta qualche giorno prima del loro matrimonio, ma che in realtà non è altro che una richiesta di comprensione di fronte ad alcune eventualità già capitate nel corso di un certo numero di anni di fidanzamento. Chi scrive sta mettendo le mani avanti, dicendo che potrebbe succedere di tutto, che "potrei fare chissà cosa, ma tu, da ora in poi, non dubitare di me, credimi e amami lo stesso". Chi scrive chiede fin da subito che lei in futuro accetti ogni sua giustificazione. E questo perdono al buio, prestabilito, la comprensione nonostante tutto, già programmata e pattuita, è per me un fatto inaccettabile.  Amore per sempre, amore malgrado e di fronte a tutto, è per me un ossimoro, almeno quanto l'amore teorizzato, quello soltanto detto, e che poi nella pratica, nel tempo, non ha riscontro con la realtà, nei gesti quotidiani. Per me l'amore si compone di fatti, n

L'aquilotto

E' ancora piccolo l'aquilotto prima di spiccare il volo. Indugia, dubita, quasi tornerebbe indietro. Il tuo sguardo adesso pone domande che non trovano spiegazioni. E attraversa oggetti e persone come fossero d'aria. Indugia, dubita, quasi tornerebbe indietro. senza attendere risposte. Non sai che su quella stessa aria  le ali fanno forza per volare.   (2021)  

D'estate in giro per Roma

Ad agosto la città è una scoperta. Sono già un paio di volte che la sera me ne vado in giro per il centro assieme a Spot. Tre ore di passeggiata per vie e piazze di Roma piene di turisti nei bar e nei ristoranti all'aperto o che come me camminano e si godono un frangente di vita ritrovata. E' proprio questo aspetto che mi colpisce mentre ceno con un gelato: quello felice delle persone che incrocio. Osservo i ragazzi che si amano, gli sguardi che non hanno altri occhi che per quelli che hanno di fronte ai loro. Dev'essere l'aria fresca della sera o il fatto che d'estate la luce fa un altro effetto, ma mi sembrano tutti bellissimi, direi addirittura immortali, nel loro tempo fermo che vivono nella pienezza del momento. E penso a quella storia assurda e che ogni tanto qualcuno racconta, che al mondo siamo in tanti, quasi otto miliardi, e che quindi ci sono storie d'amore pronte a sbocciare ovunque e con chiunque. Tutte sciocchezze, mi dico a bassa voce. Perché se è

Il re Demetrio

...aveva un animo grande, anche se dissero che non si stava comportando come un re... "Quando i macedoni lo abbandonarono dimostrando di preferirgli Pirro, il re Demetrio  (aveva un animo grande)  non si comportò affatto - così dissero - come un re. Si tolse le vesti d’oro e gettò via i calzari di porpora.  Indossò rapidamente abiti semplici e si dileguò. Proprio come un attore che, finita la rappresentazione, si cambia d’abito e se ne va". (Konstantinos Kavafis - 1906)

Campane di vetro, bicchieri di cristallo

I bicchieri sono sul tavolo. A distanza di giorni, voglio  immaginarli ancora così, per ragioni sceniche, uno ancora in piedi e mezzo pieno, quasi nessuno abbia avuto il tempo di svuotarlo, l'altro a pochi centimetri di distanza, sdraiato sulla tovaglia, come se qualcosa sia andato storto e sia caduto e nessuno lo abbia poi raccolto. C'è  una nube giallognola che parte dalla sua imboccatura per disperdersi in un vago triangolo rovesciato, che ora è asciutto. I bicchieri sono leggeri, di cristallo, è fondamentale che per adesso si tenga conto esclusivamente della trasparenza della materia di cui sono fatti. Significa soffermarsi soltanto su di essi e non guardarvi attraverso, come fossero una lente.  L'indicazione è dunque quella di trattenersi un attimo prima, senza andare oltre con lo sguardo, evitando di scorgere qualsiasi oggetto che comparisse oltre di loro, attraversandoli con la vista. Per fare diversamente, per trascurarli considerandoli un mezzo, ci sarà tempo, bast

Qui e ora, al di qua della siepe

  L'altro giorno sono andato a casa di Nicola, a mangiare il suo pollo speziato. È una ricetta marocchina di cui il mio amico va fiero, almeno quanto per Leopardi. A cena infatti si finisce come sempre per parlare del poeta di Recanati e dell'Infinito. Colpa delle spezie oppure mia, che sollevo la questione, il tema è l'hic et nunc, il qui e ora, l'istante da vivere con pienezza e leggerezza, senza la testa altrove, cosa complicata, per quanto mi riguarda. E gli faccio notare che, se nella poesia di Leopardi il momento trova spazio sull'ermo colle e al di qua della siepe, oltre di essa c'è l'infinito che egli predilige: l'istante è un pretesto, l'occasione per intravedere e ritrovarsi, al di là di esso,  all'interno di "interminati spazi e profondissima quiete", fino a preferire al presente quel 'posto' remoto e "il dolce naufragare in quel mare". Il qui e ora, al quale Nicola mi consiglia di affidarmi, gli confesso di

Biancaneve

Questa è una storia breve e un po' strana, e che va al contrario, perché è nata dalla fine ed è finita fin dal suo inizio. Ed è anche assurda, perché i personaggi che ne fanno parte se ne stanno in disparte. Non interagiscono, ciascuno infatti se ne resta sulle sue. Non ci sono dialoghi, perché i protagonisti sono fermi sulle proprie posizioni. Non ci sono incontri e nemmeno scontri, dal momento che ciò implicherebbe che i protagonisti avessero una minima considerazione gli uni per gli altri. Ma allora, che razza di storia è mai questa? Semplice, è una storia fra sordi, come ce ne sono tante, anche se poi non se ne ascoltano troppe in giro, infatti questo tipo di storie sono anche mute, non so se si è compreso, eppure è elementare, che se da una parte manca chi ascolta, dall'altra è inutile che ci sia uno che parla. E il finale, perlomeno? Dai, autore, sorprendici con un effetto speciale! Non ce ne sono, l'ho detto subito che fine e inizio qui coincidono, che sorpresa vorre

Il volo

E' una bella giornata di primavera, di sole caldo e di vento fresco, in cui tutto appare in una sorta di equilibrio perfetto, dalla temperatura ai colori nel parco, alle ombre del tardo pomeriggio, il verde e il nero, e poi l'azzurro al di sopra di essi, e le nuvole che transitano disinteressate.  Oggi non è il giorno migliore per piovere, è una giornata di primavera perfetta.  Le persone affluiscono, si danno il cambio, c'è chi resta e chi va via, famiglie con i bambini, cani che scorrazzano sui prati, le foglie degli alberi mosse da un vento leggero. Gli uccelli fanno ciò che hanno sempre fatto: cinguettano e volano, ma si sentono soltanto se attorno c'è silenzio e si scorgono se non guardiamo per terra. C'è sempre questa linea di confine fra ciò che sta in alto e quel che vediamo all'altezza dei nostri occhi.  Abbiamo separato ogni cosa: il bello dal brutto, la primavera dall'inverno, così come il caldo dal freddo e il cielo dalla terra. Perfino il pensie